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Il gruppo di progetto Skills Act4 Vet è lieto di presentare la piattaforma per l’attivazione delle soft skills.
La piattaforma contiene attività e test da utilizzare prima, durante e dopo le mobilità di breve periodo degli studenti. Lo scopo è attivare cinque soft skills durante gli stage:
- Adattabilità e lettura del contesto
- Fiducia in se stessi
- Followership
- Consapevolezza culturale
- Proattività
A questo link trovate la piattaforma https://training.skillsact4vet.eu/it/
Le soft skills hanno un forte impatto sul “ COME” si fanno le cose più che su “COSA” si fa.
In questo articolo ci concentreremo sulla prima competenza: “Adattabilità e lettura del contesto”. Che cosa è? A quali difficoltà si risponde attivandola? Come riconoscere se i ragazzi la stanno attivando? Perché è importante? Quali attività si possono fare con i ragazzi per attivarla? Proviamo a rispondere
Cosa si intende per “ adattabilità e lettura del contesto”
Adattarsi e saper leggere il contesto vuole dire attivare la capacità di agire correttamente in contesti nuovi, adeguandosi alle caratteristiche specifiche del nuovo ambiente e delle nuove persone, riconoscendone i valori, le convinzioni, le risorse e i limiti. Include anche la capacità di riconoscere il nostro ruolo e quello degli altri cosi come le aspettative nostre e degli altri. In contesti multiculturali, questa capacità implica l’adattamento linguistico-comunicativo.
A quali difficoltà fornisce risposta:
IQ ed EQ — quoziente intellettivo ed emotivo — sono stati segni distintivi di successo in passato. Un nuovo tratto di successo è quello che Natalie Fratto, vicepresidente della Silicon Valley Bank, chiama AQ — il quoziente di adattabilità. Si può avere intelletto e intelligenza emotiva ma, senza la capacità di adattarsi, esse sono inutili.
Nel suo libro “Homo Deus: A Brief History of Tomorrow”, lo storico e autore Yuval Noah Harari scrive: “La maggior parte di ciò che le persone imparano a scuola o all’università sarà probabilmente irrilevante quando avranno 40 o 50 anni. Se vogliono continuare ad avere un lavoro e a capire il mondo, ed essere consapevoli di ciò che sta accadendo, le persone dovranno reinventarsi di nuovo e di nuovo e sempre più velocemente.”. L’adattabilità è una competenza fondamentale per la nuova era. Dovremmo rendere consapevoli gli studenti che l’adattabilità è un’abilità, qualcosa che possono avere come dono naturale, ma anche qualcosa su cui possono lavorare e migliorarsi. Il ruolo del tutor, del mentore, degli insegnanti, dovrebbe essere quello di renderli consapevoli di questa necessità, aiutandoli a migliorare e ad allenare questa competenza in tutti gli aspetti della vita lavorativa e privata.
Questo diventa particolarmente vero quando si affrontano brevi periodi di esperienza lavorativa all’estero e i giovani studenti devono adattarsi rapidamente ad un nuovo contesto. Capire cosa sta succedendo attorno a loro e adattare i propri comportamenti e talvolta le proprie convinzioni sono competenze necessarie per adattarsi al nuovo scenario. Per esempio, più lo studente è adattabile, più il nuovo clima, il nuovo calendario, la nuova routine quotidiana non lo preoccuperanno e lui/lei potrà godere di un’esperienza più autentica e completa all’estero. Durante lo stage, a causa dell’organizzazione aziendale, della barriera linguistica o per la natura stessa di un’esperienza di breve durata, i compiti che svolgono e il ruolo all’interno dell’azienda possono essere diversi rispetto alle esperienze precedenti che hanno avuto e il tempo per adattarsi al nuovo contesto è molto breve. La capacità di adattarsi e di interpretare correttamente il nuovo contesto aiuta i partecipanti a trarre il massimo dall’esperienza. Inoltre impedirà di provare una forte nostalgia di casa, che è spesso indice di una scarsa capacità di leggere il nuovo contesto, più che di un vero disagio.
Natalie Fratto spiega l’adattabilità in questo TED talk : https://www.ted.com/talks/natalie_fratto_3_ways_to_measure_your_adaptability_and_how_to_improve_it?utm_campaign=tedspread&utm_medium=referral&utm_source=tedcomshare
Come possiamo riconoscere l’attivazione di queste competenze?
Ci sono alcuni indicatori comportamentali che possono aiutare gli studenti in mobilità a capire se stanno sviluppando adattabilità e lettura del contesto: gli studenti dovrebbero prestare attenzione a questi segnali.
- Se si sentono a proprio agio in situazioni nuove o sconosciute, (sentirsi a proprio agio a vivere in una nuova casa, o muoversi in una nuova città, per esempio.)
- Se riconoscono la cultura e gli stili comunicativi del contesto (ad esempio se interpretano correttamente il motivo per cui le persone parlano forte o velocemente o con calma, o se si sanno concentrare sul linguaggio del corpo.)
- Se riescono a interagire correttamente con i colleghi, con i capi o i clienti, comprendendo le relazioni gerarchiche formali e informali (ad esempio riconoscono le differenze tra un incontro con i clienti e un consiglio di amministrazione o un incontro con il personale, o un pranzo di lavoro o una pausa caffè in ufficio).
- Se riconoscono le aspettative degli altri e sanno adattarsi a esse, considerando il proprio ruolo specifico o il momento (ad esempio il ruolo di uno stagista appena arrivato rispetto a uno stagista a lungo termine, le regole di convivenza in una residenza studentesca rispetto a una casa privata).
- Se riescono a stabilire relazioni interpretando come le persone si muovono, o parlano tra loro, comprendendo qualsiasi sforzo di adattamento altri mettano in atto.
- Se riescono ad adottare comportamenti di adattamento a seguito di cambiamenti che avvengano nell’organizzazione.
Perché queste competenze sono così importanti?
L’adattabilità è la prima abilità richiesta quando si viaggia e si ha un’esperienza all’estero. Quando si vive un’esperienza in un altro paese, tutto intorno è diverso: nuova lingua, nuova cultura, nuove regole. Ciò che permette di vivere una nuova esperienza in un contesto diverso è l’“adattabilità”, l’abilità che permette di scegliere tra tutti i piccoli strumenti che già si possiedono e di utilizzarli in modo leggermente diverso.
L’adattabilità ha anche alcune sotto competenze direttamente collegate ad essa:
- Scendere a patti con l’incertezza, ossia,avere la volontà — tolleranza emotiva, capacità spirituale — non solo di affrontare l’incertezza, ma anche di vincerla e andare avanti.
- Vedere opportunità là dove gli altri vedono solo un fallimento. Un errore, un fallimento è di solito temporaneo, soprattutto per i giovani alla loro prima esperienza lavorativa. Qualsiasi fallimento in questa fase può e deve essere affrontato come un’opportunità di successo, piuttosto che come un fallimento senza via di ritorno.
- Avere intraprendenza. Anziché rimanere bloccati su un’unica soluzione per risolvere un problema, le persone adattabili hanno un piano di emergenza che mettono in atto quando il piano A non funziona.
- Pensiero lungimirante e a lungo termine. Le persone adattabili sono aperte alle opportunità, sono sempre alla ricerca di miglioramenti; modifiche minori che trasformeranno l’ordinario in straordinario, perché non si fissano su una soluzione unica per tutto. Piuttosto che sprecare sforzi su un problema temporaneo, spostano la loro attenzione sull’ostacolo successivo per andare avanti nel gioco, in questo modo quando tutti gli altri arrivano allo stesso punto, loro sono già passati alla sfida successiva.
- Curiosità. Senza curiosità, non c’è adattabilità. Le persone adattabili imparano e continuano ad imparare. La curiosità consente la crescita; essa “tira” in avanti, invece la forza di volontà “spinge” in avanti. A qualcuno piace essere spinto?
- Modificare il proprio punto di vista. Se ci si vuole adattare, si deve sapere a cosa bisogna adattarsi e perché è importante. La comprensione del contesto è al centro di tutto ciò che facciamo.
- Big Picture Thinking. Aiuta ad adattarsi meglio in un nuovo contesto, significa vedere l’intera foresta piuttosto che pochi alberi. E’ necessario per avere la cornice del contesto e poter trarre decisioni.
- Apertura mentale Se non si è disposti ad ascoltare i punti di vista degli altri, allora si è limitati e difficilmente ci si saprà adattare. Più punti di vista si hanno, più scelte si offrono per il cambiamento.
Due esercizi per allenare adattabilità e lettura del contesto
Mettersi nei panni degli altri
Tempo stimato necessario: 1 ora (10 min. per le istruzioni, 30 min. per l’esercizio, 20 min. per il debriefing)
Descrizione e linee guida: Dividete gli studenti in gruppi. Assegnate a ogni studente il nome di una “persona” (persona famosa, o rappresentante di una certa professione, o turista, ecc.) del paese ospitante. Ogni studente descriverà una giornata tipo nella vita di quella “persona”. Possono concentrarsi sui dettagli (come la persona si alza, fa colazione, usa i trasporti, ecc.). Chiedete agli studenti di annotare i possibili problemi che la “persona” deve affrontare durante il giorno. Incoraggiate gli studenti a trovare possibili soluzioni ai problemi che la “persona” potrebbe incontrare. Invitate infine i gruppi a presentare le proprie “ persone” alla classe.
L’attività è stata scelta tra quelle presenti nel toolkit “EntreLearn” Questo toolkit, è stato creato da insegnanti per insegnanti. E’ stato scritto e curato da Kornélia Lohyňová, insegnante presso l’Hotel Academy di Bratislava, edito da European Schoolnet (Óscar Güell, Tomislava Recheva, Anusca Ferrari e Silvia Giacon) ed è un prodotto del progetto I-LINC. La traduzione della versione originale all’italiano è stata fatta dall’Associazione Docenti e Dirigenti scolastici Italiani. La struttura del toolkit segue il quadro metodologico EntreComp sviluppato dal Joint Research Centre.
Debriefing
Utilizzate il cubo di debriefing per riflettere sull’esercizio:
Il cubo di debriefing è pubblicato nel sito web di play14 website (https://play14.org/games/we-like/)
Link al debriefing cube https://www.kilearning.net/TheDebriefingCube_EN_CC-BY_v26.pdf
Come usare il cubo di debriefing:
Gli obiettivi del cubo di debriefing sono:
1) aiutare gli studenti a comprendere gli obiettivi dell’esercizio,
2) esplorare il processo: gli eventi accaduti durante l’esercizio e le dinamiche di gruppo,
3) esplorare la comunicazione all’interno del gruppo: ciò che hanno sentito, pensato e detto,
4) esplorare le emozioni che hanno provato durante il processo
5) esplorare ciò che hanno trovato stimolante o interessante.
Il cubo di debriefing contiene molte domande ognuna organizzata con sotto-domande, gli insegnanti non devono usarle tutte. Prima di tutto esplorate le diverse carte con domande e sotto-domande e selezionate quelle che sono più significative per voi. Gli insegnanti possono anche osservare cosa sta succedendo all’interno dei gruppi e selezionare le carte in base a ciò che vedono.
Quindi potete stampare e tagliare i fogli per formare carte che verranno date agli studenti. Il prossimo passo è organizzare il gruppo di debriefing. I gruppi rimarranno gli stessi, come erano durante l’esercizio. Date loro le carte ordinate nell’ordine che avete deciso e chiedete loro di auto-organizzarsi facendo a turno per esplorare le carte. Ricordate agli studenti che devono finire il debriefing in un certo tempo e devono pianificare del tempo extra per condividere ciò che hanno scoperto. Il passo successivo è invitarli a parlare a turno selezionando una scheda e iniziando la conversazione ponendo al gruppo la domanda posta in alto. Incoraggiateli ad esplorare diverse carte. Alla fine riunite tutti per condividere ciò che hanno scoperto.
Barnga
Materiali necessari
Linee guida e regole nel sito web di play14 qui: https://play14.org/games/barnga
Tempo stimato necessario
2 ore (20 min. per le istruzioni, 60 min. per il gioco, 40 min. per il debriefing)
Descrizione e linee guida
I giocatori formano piccoli gruppi di quattro-sei giocatori ciascuno. Ogni gruppo siede separato dagli altri. Ricevono un mazzo di carte modificato secondo le istruzioni e un foglio di regole per giocare a un nuovo gioco di carte chiamato “Cinque trucchi”. Hanno pochi minuti per studiare le regole e fare pratica con il gioco. Una volta che tutti hanno compreso il gioco, il facilitatore raccoglie i fogli delle regole e allo stesso tempo impone un rigido comando di “nessuna comunicazione verbale”. Ciò significa che i giocatori possono gesticolare o disegnare se lo desiderano, ma non possono né comunicare (oralmente o scrivendo) né scrivere parole. Chiaramente, la comunicazione, se fosse necessaria, d’ora in poi sarà più difficile. Poiché il gioco è semplice e breve, questa barriera artificiale alla comunicazione costringe i giocatori, all’interno dell’ambientazione simulata, a essere il più creativi e vigili possibile. I giocatori non sanno che ogni gruppo ha ricevuto fogli di istruzioni con regole leggermente diverse. Si inizia giocare a “Five Tricks” senza avere sottomano le regole scritte e in silenzio. Il facilitatore annuncia un torneo. Come in ogni torneo, alcuni giocatori lasciano il loro tavolo “casa” e si spostano su un altro, alcuni da quell’altro tavolo si saranno spostati su un altro tavolo ancora, e così via. I giocatori si siedono al loro nuovo tavolo, si guardano intorno e iniziano subito a giocare a “Five Tricks”. Poco dopo nella stanza si avverte un cambiamento quasi impercettibile, poi espressioni di incertezza. . . mormorii di frustrazione. .. si ridacchia… pugni che battono sui tavoli. Il torneo prosegue per altri dieci minuti circa tra crescenti incertezze, frustrazioni, risate, colpi sui tavoli. A volte qualcuno è pronto a rivendicare un “trucco” quando qualcun altro si allunga e lo prende. A volte qualcuno si sforza di disegnare un quadro che chiarisca un’incertezza. A volte prevale chi era al tavolo per primo, a volte il più aggressivo.
Valutazione e discussione
Debriefing : Quando, durante il debriefing, il facilitatore sonda ciò che potrebbe essere successo, qualcuno darà la colpa ad un altro giocatore per non aver appreso correttamente le regole. Qualcun altro confesserà che non è mai stato molto bravo con le carte. Qualcun altro incolperà i compagni di imbrogliare. E molti suggeriranno che a ogni tavolo originariamente fosse stato dato un diverso insieme di regole. Alcuni ne sono certi; altri pensano che potrebbe essere vero; altri non l’avevano considerato. Infatti, all’inizio del gioco ogni gruppo aveva ricevuto una versione leggermente diversa di un set di regole di base per “Five tricks”. In un set, per esempio, l’asso ha un valore alto; in un altro l’asso ha un valore basso. In un set i quadri sono briscola, in un altro picche, in un altro non c’è affatto briscola. Le variazioni su queste poche differenze sono le uniche differenze, non importa quanti gruppi stiano giocando. Ciò significa che praticamente tutto il gioco tranne per uno o due aspetti è uguale per tutti. Ecco la bellezza di BARNGA: tutto sembra essere lo stesso, e in effetti quasi tutto è uguale, ma a causa di poche differenze regna una grande confusione, ed incertezza, nascono incomprensioni e giudizi sbagliati. Anche coloro che capiscono che le regole sono diverse (e molti lo fanno) non hanno necessariamente chiaro quali siano le diversità. E anche coloro che capiscono quali siano le diversità hanno difficoltà a superare le barriere comunicative per trovare una soluzione. Questo fornisce il punto di partenza per una discussione di gruppo ricca di osservazioni, ciò che è accaduto può essere visto come una metafora di ciò che accade nella vita reale.
Spunti per Riflessioni: per “accendere” la discussione si possono porre le seguenti domande
Cosa è successo durante la partita/torneo?
Quali sono i modi in cui 4-H è simile a Barnga?
Cosa suggerisce il gioco su cosa fare quando vi trovate in una situazione simile nel mondo reale?
In che modo questo gioco focalizza la nostra attenzione sugli aspetti nascosti della cultura?